LA DONNA DI MARMO
OSSIA
IL CAPRICCIO E LA MODA
BALLO ALLEGORICO FANTASTICO
IN UN PROLOGO E SEI ATTI
DEL COREOGRAFO
Cesare Oecclietti
i
Musica del Maestro
GIOVANNI CHITI
RAPPRESENTATO
AL R. TEATRO PRINCIPE UMBERTO
NELLA STAGIONE ESTIVA 1872
**g^0!2z>"
FIRENZE
TIPOGRAFIA FIORETTI
1872.
Tasto la Musica che il Ballo sono di proprietà
del Coreografo Cesare Cecchetti.
Avvertenza.
Il concetto fondamentale a cui $' informa il pre-
sente Ballo è tratto dalla ben nota commedia del Ca-
valier Avelloni, intitolata Le Vertigini del Secolo.
Questo apprezzabile lavoro mi servì di guida nel"
V azione Mimo-Danzante che oggi umilmente offro al
pubblico, e nella quale procurai portare quelV inte-
resse e quell'effetto scenico, che convengonsi ad ogni
rappresentazione teatrale. Se nella mia insufficienza
avrò commesso qualche errore, il colto ed intelligente
pubblico saprà, spero, compatirmi, e vorrà in pari
tempo concedermi quel cortese appoggio di cui mi fu
sempre, e largamente benigno .
Maggio 1872.
CESARE CECCHETTL
NEL PROLOGO. — La Visione. Grafi Ballabile, ese-
guito dalla prima Ballerina signora
Pia Cecchetti, in unione alla prima
Mima assoluta signora Silene Righi,
alla prima Ballerina Italiana signora
Giuseppina Engelmayer, ed al corpo
di tutte 1q altre Ballerine.
NELL'ATTO 1°, — Il Capriccio 'e la Moda. Scherzo
di seduzione eseguito dai primi Bal-
lerini sigg. Pia ed Enrico Cecchetti.
NELL'ATTO 2°. — La Toelette. Adagio, eseguilo dai
primi Ballerini suddetti, e dal corpo
di Ballo.
L'Allegorie. Marcia danzante e Bal-
labile, eseguito dal Corpo di Ballo.
Gran Passo a Due serio, composto
ed eseguito dal primo Ballerino as-
soluto sig. Enrico Cecchetti, in
unione alia prima Ballerina assoluta
signora Pia Cecchetti.
La Frenesia. Ridda, eseguita dal
Corpo di Ballo.
NELL'ATTO 4°. — Gran Ballabile popolare, ese-
guito dal Corpo di Ballo, ed in cui
prende parte la prima Ballerina Ita-
liana signora Giuseppina Engelmayer.
p wi ' © ii o a o
Personaggi . Attori
Frine, statua dovuta allo
scalpello di Fidia . . Siga Silene Righi
Fidia, scultore greco., . Sig. Luigi Manzotti
Diogene, filosofo . . . » Giovanni Morirti
Gorgias, ricco proprie*
tario • » Antonio Rubiola
La Venere di Guido. . Siga Pia Cecchetti
Cupido » Giuseppina Engelmayer
Ahmed, schiavo, . . . Sig. Antonio Barni
Allievi di Fidia, Schiave Greche, Ninfe, Le Grazie.
L' azione è in Atene — Epoca di Alessandro
il Macedone.
Un vago giardino — Nel mezzo un padiglione che
serve di laboratorio a Fidia, chiuso da tende.
Da un lato una botte. Sono sparsi per la scena
abbozzi di scultura, ed arnesi necessari all'arte.
Una piccola statuetta è sul suo piedistallo in mez-
zo alla scena.
Fidia, il celebre scultore lavora intorno ad una
statuetta, circondato da suoi allievi che contempla-
no attentamente l'opera del loro maestro. Un sorriso
di compiacenza infiora le labbra del Greco scultore..
Ancora un colpo di martello, e la bella statuetta è
terminata. Fidia è incerto, la sua mano vorrebbe ac-
cingersi alla impresa; ma, quasi che la sua mente fos-
se preoccupata da un altro pensiero, cade in un prò *
fondo abbattimento. Gli scolari si guardarono silen-
ziosi.
Apparisce Diogene il cencioso filosofo. Tutti si
scuotono; lo sguardo indagatore del cinico fa curvare
a tutti la fronte, mentre egli passandoli in rassegna,
guarda tutti ad uno, ad uno e poi spiegando la sua in-
divisibile lanterna esclama: Nessuno di costoro è
l'uomo giusto! Ed avvicinandosi a Fidia nel vederlo
6
pallido e sconfortato, ride di un riso beffardo. Ma ad
un tratto pigliando un accento dolce ed amoroso, ba-
cia lo scultore in fronte, e gli dice:
— Pazzo ! tu lavori da mattina a sera, e ritrai dal
marnai le più belle sembianze e le piti belle forme
umane, ma esse non ti procacceranno mai ricchezze
e tesori. Esse sono di marmo, e non hanno la vita.
Fidia si scuote e lo interroga con lo sguardo; la vo-
ce del filosofo par che sia penetrata nel profondo
del di lui cuore.
Diogene gli addita il padiglione eretto nel mezzo
del Giardino con un gesto espressivo, e soggiunge
ancora:
— Pazzo ! Se quelle bellezze fossero animate, il
mondo sarebbe tuo ! Così dicendo s' allontana e va a
rinchiudersi nella botte.
Fidia congeda i suoi allievi e appena rimasto so-
lo, corre ad aprire il Padiglione dove apparisce il
gruppo in marmo, rappresentante Frine, la piti bella
donna della Grecia, circondata dagli Amori, e dalle
Grazie.
Fidia è innamorato dell'opera sua. Quel sublime
lavoro deve renderlo immortale, ed egli collo sguar-
do infuocato contempla la vaga immagine di Frine,
che fu la sua ispirazione, V ideale del suo pensiero.
Lascia ricadere il drappo che cuopre la statua,
riflette sulle parole del filosofo, e si asside medita-
bondo. A poco, a poco, il sonno si aggrava sulle sue pu-
pille ed il sommo artista sogna. . . il suo amore, la
la sua felicità, la sua gloria. Il padiglione si spalanca,
tutte le statue prendono umana forma, scendono dal
piedistallo, ed intrecciano intorno a lui vaghe danze,
pose delizione, in modo che il sogno dello scultore
diviene un estasi meraviglioso,
Ad un tratto il sogno sparisce e Fidia si sveglia
bruscamente. Il filosofo esce nuovame dalla sua bot-
te e vedendo lo scultore immobile e perpleseo, sem-
bra dirgli:
— Quanto ti compiango!
Ad un tratto s' ode il rumore, come di una disputa.
Gli allievi di Fidia entrano frettolosi per annunziare
che Gorgias ricco e possente signore esigeva dallo
scultore il pagamento dell'affitto della casa da lui
abitata.
Fidia rimane atterrito; il sommo Fidia non tro-
va ne' suoi scrignetti neppure una moneta da dare
al vecchio avaro, che s' avanza con aria di disprezzo
facendogli gesto di uscire. Fidia prega e scongiura,
promette di pagare il suo debito tostochè abbia ter-
minata e venduta la piccola statua intorno a cui
lavora. Gorgias non risponde, ma tutto ad un trat-
to rasserenandosi dice:
— Tu hai una statua che mi si dice stupenda;
suvvia mostrami l'opera tua. Fidia acconsente, alza
le cortine del padiglione, e pone in mostra la incan-
tevole figura di Frine.
— Or bene ! esclama Gorgias sorpreso, questa sta-
tua sarà mia, poiché te la pago al di là del suo va-
lore. E prendendo dal cofano, tenuto da uno Schiavo
una borsa, la getta a Fidia esclamando:
Così ambedue siamo sodisfatti!
Lo scultore è pallido e tremante, si getta ai pie-
di del vecchio, lo prega e supplica acciocché non
gli tolga la sua creazione, il suo pensiero, l'amor suo.
Insensato! gli dice Gorgias, e estraendo dal co-
fano gemme, perle, collane, e dovizie di ogni manie-
ra, si rivolge alla statua e domanda:
— Con me, o con lui?
La statua solleva un braccio e addita Gorgias...
L' arte fu vinta ; oro ed ambizione avevano trion-
fato! Fidia nel suo delirio afferra il martello, spez-
za la statua incompiuta e poi cade svenuto. Gorgias
sorride: Diogene sogghigna, e osservando la statua
mormora :
Sono tutte così!
8
ATTO PRIMO
gi Attori
Rambaldo, fìttaiolo . . Sig» Filippo Senatori
Ernesta, sua figlia . . Siga Silene Righi
Ranieri, giovane artista. Sig. Luigi Manzotti
II Baronetto di Passy. » Carlo Coppi
La Principessa di Roveri. Siga Carolina Svochel
La Contessa di Evreux, * Mariella Veneziani
II Contino d'Àmiens. . Sig Luigi Buccioni
Lord Chantillon ... » Pietro De Gasparis
La Moda Siga Pia Cecchetti
Il Capriccio Sig. Enrico Cecchetti
La Satira . , . . . » Pompeo Merli
Capo Caccia. .... » Antonio Flamini
La scena è in Bretagna, nel secolo XVII.
Una modesta cascina presso un Villaggio, e vicino ad
un Bosco, Una finestra in fondo. Due porte la-
terali.
Il Capriccio come spirito maligno, penetra nel mo-
desto abituro del fìttaiolo Rambaldo, dove egli sa di
trovare l'innocente cuore di una fanciulla onde farne
/una nuova vittima e per meglio riuscire nell' impresa
conduce seco in aiuto la sua fida compagna la Moda,
alle attrattive della quale mal sanno resistere le in-
nocenti, ed inesperte giovinette. Entrambi concertano
il modo di rendersi padroni della fanciulla, e già si-
curi della vittoria, godono di una gioia infernale.
Ernesta s'inoltra leggera, vispa col sorriso sulle
labbra e senza nessun timore ; ma poi trovandosi alla
presenza di dae esseri a lei sconosciuti, tenta sfug-
girli, o allontanarli da se. Però a poco, a poco la va-
rietà, ì colori delle loro vesti, le loro seduzioni, la
incantano, la esaltano e la di lei fantasia corre di
volo nei gran mondo, nei piaceri; e già una cruda
ambizione la invade. Rambaldo la sorprende in quel
punto e meravigliato dello strano cambiamento di sua
figlia vuol saperne il perchè è la colma di rimproveri,
e di minacce.
9
La Principessa di Roven, che stava cacciando noi
Bosco, entra per ristorarsi con una tazza di latte nella
Cascina insieme al Baronetto di Passy, e ad altri Cac-
ciatori del suo seguito.
La bellezza di Ernesta, le di lei forme perfette
colpiscono il Baronetto, il quale a sua volta desta il
Capriccio in quello di Ernesta, la quale concepisce
un primo desiderio, un pensiero di ambizione. Durante
il pasto frugale della Principessa, Il Capriccio, e la
Moda, scherzano e danzano intorno ad Ernesta ed ai
Baronetto, destando dispetto o gelosia in Ranieri, il
il quale da gran tempo ama Ernesta e che finalmente
stanco dice alla comitiva essere la giovinetta sua pro-
messa sposa.
Un sol gesto di Ernesta fa comprendere al Baro-
netto i\xttd la sua avversione per questo matrimonio
voluto dal padre, e quanto ella desideri di essere li-
berata dall'amore dell'uno, e dalla severa autorità
dell'altro. La Principessa si alza, saluta Rambaldo, e
sua figlia, alla quale fa dono di un ricco anello e parte
col resto della comitiva. Ranieri, e Rambaldo la se-
guono dopo avere ordinato ad Ernesta di restare in
casa, e di mettere tutto all'ordine. Restata sola la
fanciulla contempla l'anello della Principessa, e pensa
alle parole, ed agli sguardi d'amore del Baronetto:
quando ad un tratto questi comparisce dinanzi a lei.
Profittando dell'assenza di Rambaldo, e di Ranieri
egli dichiara ad Ernesta tutto il suo amore, Le
propone una fuga dalla casa paterna, le promette di
amarla, di farla felice e ricca, e di vivere sempre vi-
cino a lei.
L'idea di una fuga spaventa sul primo Ernesta ;
ma le promesse del Baronetto, l'istigazione del Ca-
priccio, le seduzioni della Moda, le attrattive di un
avvenire color di rosa fanno una battaglia nel cuore
della giovinetta che dopo una breve lotta d'affetti, si
lascia vincere dall'ambizione. Ella cede ! E dando un
ultimo addio al tetto paterno, si da in braccio al Ba-
ronetto per andare con lui a vivere nel gran mondo,
fra «7 Lusso, i Capricci, e la Moda.
La satira col suo occhialino la guarda, ed esclama
ridendo: Son tutte così!
lo
ATTO SECONDO
Personaggi Attori
Ernesta Siga Silene Righi
Ranieri, giovane artista. Sig. Luigi Manzoni
Il Baronetto di Passy. » Carlo Coppi
La Moda Sig* Pia Cecchetti
Il Capriccio.
La Satira .
La Follia .
L'Ambizione .
L' Illusione
Il Raggiro .
. Sig. Enrico Cecchetti
» Pompeo Merli
. Siga Giuseppina Engelmayer
» Carolina Svochel
» Mariella Veneziani
. Sig. Antonio Barni
La Voluttà - La Lussuria - I Castelli in aria ec. ce.
La Bolgia sociale. Un gran salone con arcate a co-
lonne e gradinate ornate di perle, coralli, oro e
pietre preziose I Capitelli gremiti di orologi, fib-
bie, e smanigli. Scrigni ripieni d'oro, e d'argen-
to. Candelabri, sofà, toilettes, cappelli da uomo, e
da donna, tuttociò infine che può appartenere al
lusso, al capriccio ed alla moda. Nel mezzo so-
pra ad un piedistallo in fondo alla scena, la sta-
tua della Superbia a cavallo, vestita eroicamente
con i flagelli in mano. Innanzi alla statua l'ara ac-
cesa dell'Orgoglio. A sinistra un Trono con due
scranni.
La Voluttà, le Illusioni, l'Ambizione ecc. sono
sedute avanti alle loro ricche toelette. La Moda, il
Capriccio, la Follia, ed i Castelli in aria, passeg-
giano per la scena. Un armonioso suono di dentro
annunzia l' arrivo del gran Monarca il Fanatismo
che entra preceduto da tutte le allegorie. L1 Ambizio-
ne, e Ylllusione conducono alla di lui presenza la
novella alunna, Ernesta, riccamente vestita, con al
fianco il Baronetto ed altri cortigiani. Vien con-
dotta dinanzi dell'ara dell' Orgoglio dove giura di dare
un addio al passato, e di pensare al presente, senza
occuparsi dell'avvenire. Compiuta la cerimonia comin-
ciano le Danze.
11
ATTO TERZO
Personaggi Attori
Ernesta
Il Baronetto di Passy
Il Contino d'Amiens.
Lord Chantillon . .
Ranieri
La Moda , . . . .
Il Capriccio. . . .
La Satira . . . .
Siga Sileno Righi
Sig. Carlo Coppi
» Luigi Buccioni
» Pietro De Oasparis
» Luigi Manzotti
Siga Pia Cecchetti
Sig. Enrico Cecchetti
» Pompeo Merli
Un elegante Gabinetto in Casa di Ernesta. Ricchi
specchi adornano le pareti : tavole, sedie, ed altre
suppellettili di un lusso straordinario. Due porte
laterali, una nel mezzo in fondo.
Il Capriccio entra subito in scena, e pare che
quell'appartamento sia ad esso molto famigliare Di
fatti egli è l'intimo confidente, il cerimoniere di Er-
nesta, la quale giunge di li a poco in abito da camera
Il Capriccio la conduce avanti allo specchio, e le fa
mirare le sue bellezze. Il Baronetto, il Contino e Lord
Chantillon giungono poco dopo accompagnatldalla Mo-
da e dalla Satira Ciascuno fa i suoi complimenti alla
bella Ernesta, e indirizza a lei parole dolci, cercando
di farsi strada al di lei cuore offrendole qualche re-
galo. Ernesta si mostra galante, e gentile con tutti,
ma nel di lei" cuore non alligna affetto per nessuno
Il giovane Ranieri fa annunziare che desidera di ve-
dere Ernesta ed ella dapprima non vorrebbe riceverlo,
ma ad una parola del Capriccio, a cui pare la giovane
obbedisca, e sia schiava, vi acconsente. Ranieri entra,
la saluta, le siringe la mano e rammentando ad Ernesta
le tante prove del suo affetto, la scongiura ad uscir
dal precipizio dove è caduta, e ritornare alla casa
patema. Ma Ernesta si mostra fredda come un marmo
alle parole di Ranieri, e lo prega soltanto a lasciarla
correre del suo destino. Ranieri vorrebbe a viva forza
trarla seco, ma l'arrivo della comitiva, che si era ri-
12
tirata, minaccia ringoiente artista e lo discaccia. Il
dispetto di Ranieri, non ha più freno: egli inveisce
contro di tutti, impreca alla società ed alla corruzione,
e nel colmo della sua furia strappa le decorazioni che
fregiano i petti di quei signori e poi le lacera, le cal-
pesta sotto i suoi piedi e come un forsennato s'allon-
tana, inseguito dal Baronetto, dal Contino, e da Lord
Chantillon.
ATT© QUARTO
Personaggi Attori
" ■" ' ■
Ernesta. Siga Silene Righi
Ranieri, giovane artista. Sig. Luigi Manzotti
Rambaldo, fittaiolo . . » Filippo Senatori
Fliders, capitano della
marina inglese . . . » Antonio Rubiola
Fitz-James, capitano in
seconda » Giovanni Morini
Un Pilota » Antonio Bar-ni
Un Ufficiale russo . . » Antonio Flamini
Porto di mare in Inghilterra, Una nave è alla riva,
già carica di merci, e sta spiegando le vele per
la partenza.
Un contiuuo movimento regna sui luogo. Marinari,
mercanti, forestieri, popolani, ecc. fanno strepito e
confusione per ogni dove. Solo in un canto della
piazza, vedesi un giovane pallido e tremante, con lo
sguardo fiero, fìsso sopra una carta da giuoco per la
quale pocanzi ia una bisca vicina, ha perduto ogni
suo avere, non solo, ma giuocato altresì quanto Er-
nesta possedeva Ernesta dopo la scena già avvenuta
era fuggita con questo giovane, frequentando tutte le
bische e le sale da giuoco e trafugandosi a lui II
suono di bellici strumenti, e gli evviva della popola»»
zione che saluta Y intrepido Capitano richiama la loro
attenzione. Intanto hanno luogo le Danze, durante le
quali il giovane fa pratiche col Capitano, desiderando
13
far parte della spedizione, e tentare la fortuna nello
nuove regioni. Ernesta vuol seguirlo, e insieme agli
altri forestieri, sale dietro a lui sulla nave.
Il vecchio Rambaldo, V addolorato padre di Er-
nesta, avendo udito da Ranieri la disperata sorte di
sua figlia, corre sulle di lei tracce e la vede sulla nave.
Stende a lei le braccia, poi con un grido di dolore
esclama : — Io 1' bo perduta per sempre! — Ernesta
ha riconosciuto il padre; in un istante di pentimento
vorrebbe arrestarsi, correre fra le di lui braccia, ma
non è più in tempo. Un colpo di cannone annunzia
che l' ancora è levata, e la nave si pone in movi-
mento.
Quadro.
ATTO QUIETI*
Personaggi Attori
Ranieri, giovine artista Sig. Luigi Manzotti
Rambaldo, fìttaiolo . . » Filippo Senatori
Il Baronetto di Passy. » Carlo Coppi
Il Contino d'Àmiens, . * Luigi Buccioni
Lord Chantillon ... * Pietro De Gasparis
La Contessa di Evreux. Siga Marietta Veneziani
La Principessa di Roven. » Carolina Svochel
La Moda ...... » Pia Cecchetli
La Satira ..... Sig. Pompeo Merli
Un piccolo promontorio presso la spiaggia del mare.
Poco lungi da esso un parco per le corse.
Rambaldo, V inconsolabile padre di Ernesta, s'ag-
gira mesto e piangente per la spiaggia, fissando di
tratto, in tratto lo sguardo verso il mare per vedere
la nave che solca ¥ Oceano, e che gì' invola per sem
pre 1' unico suo tesoro, la diletta figlia. Ranieri lo
segue sempre d' appresso, e cerca consolare l'infelice
vecchio con parole di conforto, e di speranza. Ranieri
promette e giura che lo amerà sempre come padre,
che non si allontanerà mai da esso ; e cercherà riempire
il vuoto lasciatogli nel cuore per l'abbandono dell'in-
14
grata figlia. Le grida rumorose di gente che s'avvi-
cina fanno fuggire Rambaldo e Ranieri dietro una
nupe, giacché il canuto vecchio desidera nascondere
a tutti la propria vergogna.
Il Baronetto di Passy ; la Principessa di Roven, la
Contessa d' Evreux ed altri personaggi, che hanno as-
sistito alle corse, che si eseguiscono nel parco di là poco
distante, giungono sul luogo per rallegrarsi colla vista
del mare. Rambaldo, e Ranieri, che si tengono nascosti
hanno riconosciuto la comitiva, e piti non dubitano
essere quelli gli assassini della disgraziata Ernesta.
Rambaldo si presenta a loro, e con fiero aspetto rim-
provera loro il nero tradimento di avergli rapita, e
perduta la propria figlia. Impreca al Baronetto, ed ai
suoi infernali compagni, il Capriccio, e la Moda, i quali
si ridono delle smanie del vecchio. La Satira, soltanto
osserva il quadro e tace, registrando nel suo taccuino
V aneddoto. Stanco Ranieri di essere impassibile spet-
tatore di quella scena, provoca il Baronetto, e lo sfida;
ma siccome egli rifiuta di battersi con un plebeo, come
dice, Ranieri gli fa uno sfregio nel viso. A tale insulto
il Baronetto mette mano alla spada, e vibra un colpo,
che va a ferire mortalmente il vecchio Rambaldo il
quale si era frapposto onde impedire la lotta. Il
rumore chiama sul luogo alcuni pescatori vicini, che
giungono a trascinar via il furibondo Ranieri, ed il
morente padre, mentre gli altri s' allontanano per
altra via.
ATTO SESTO
Personaggi Attori
Ernesta Siga Silene Righi
L'interno della nave sotto coperta. Ai lati le cabine
dei passeggierL
Ernesta che si trova abbandonata da tutti è in
preda ai rimorso. È triste ed abbattuta, e si vede bene
quant'ella soffre
15
Il Diuggito del vento, e della burrasca che imper-
versa orribilmente strazia viepiù l'anima sua.
Il movimento della nave si fa piti forte ; la con-
fusione cresce nell* equipaggio, il pericolo di un nau-
fragio si fa sentire. Ad un tratto la nave viene spinta
fra gli scogli, e i massi di ghiaccio, V acqua già pe-
netra nelle cabine, e non rimane nessun mezzo di
salvezza. La nave a poco si riempie d' acqua, e cola
a fondo
Tutta la fierezza dell'adirata elemento, e di un
deserto ricoperto di nevi e di ghiacci si mostra in
tutto il suo nome.
Le onde furiose gettano ad un tratto sulla spiaggia
il cadavere di una donna. E quello dell' incauta Er-
nesta che trovò la morte in quel deserto gelido, come
era stato sempre gelido e deserto, il suo cuore.
Fine del Ballo*